Come si fa l’artrodesi

Come si fa l’artrodesi


Anestesia

L’artrodesi è un intervento che si esegue in anestesia generale.
Sinonimi sono stabilizzazione vertebrale, fissazione vertebrale.

Procedura

La durata dell’artrodesi è variabile e dipende per lo più dal tipo di patologia da trattare.

Il paziente viene posizionato prono.

Si pratica un’incisione chirurgica lineare centrata sul livello spinale da operare. Il livello viene stabilito con un RX che viene eseguito quando il paziente è già addormentato. Si scollano i muscoli paravertebrali per esporre la parte posteriore delle vertebre dei segmenti di interesse (e.g., lamine, processi spinosi e processi articolari).

Con l’ausilio di seriati controlli radiologici si posizionano le viti a livello dei peduncoli delle vertebre di interesse. Nel caso in cui sia necessaria una decompressione delle strutture nervose, si posiziona il microscopio operatorio e si procede in tal senso.

A questo punto per pazienti che richiedano una chirurgia discale con posizionamento di cages (gabbiette) nello spazio discale (tecnica TLIF, PLIF) si svuota il disco intervertebrale e si posizionano le gabbie. Le viti sono costituite da una parte filettata e da una testa detto calice, dove viene alloggiata la barra che connette, longitudinalmente, le viti dello stesso lato. Si crea, così, la struttura portante dell’impianto. Le barre vengono sagomate secondo le necessità anatomiche.

Quindi si posizionano frammenti ossei (autologhi o eterologhi) a livello delle rime articolari coinvolte dall’impianto previa loro cruentazione per favorire la fusione dei processi articolari (detta artrodesi).

Si esegue un controllo radiologico finale per verificare il corretto posizionamento degli impianti.

Si chiude la ferita a strati e si lascia in sede uno o due drenaggi sotto la fascia muscolare, che viene rimosso dopo 24 ore. Generalmente si pratica una medicazione a piatto.

Decorso post-operatorio

Dopo l’intervento di artrodesi il paziente viene ricondotto in reparto per la successiva degenza.

Nelle prime 24-48 ore si imposta un adeguato piano di terapia antalgica.

In prima giornata il paziente viene mobilizzato e messo in piedi con un bustino. Si rimuove il catetere vescicale e i drenaggi e vengono ridotti allo stretto necessario gli accessi venosi.

La ferita viene medicata con regolarità. La successiva degenza ha una durata variabile, mediamente di 4-5 gg.

Convalescenza

La convalescenza a casa, laddove non ci siano problematiche cliniche e neurologiche è di circa un mese. Il questo periodo il paziente conduce una vita normale, astenendosi da sforzi fisici, attività sportiva e indossando il bustino quando si mobilizza.

I farmaci con cui viene dimesso sono di solito l’eparina (somministrazione sottocutanea), che viene mantenuta per i primi 10-15 gg, e anti-dolorifici/miorilassanti.

In sede di ferita si lascia un cerotto fino alla rimozione dei punti di sutura, che di solito avviene dopo 8-10 gg dall’artrodesi.

Il controllo post-operatorio di solito avviene dopo 30 giorni, previa esecuzione di una RX centrata sul livello vertebrale sottoposto ad artrodesi che permette di valutare gli esiti dell’intervento. Il neurochirurgo decide in tale sede se e come rimuovere il bustino.